Intervista al dott. Manuele Matera su Il Nuovo Corriere di Firenze, 29 maggio 2010
<<Si comincia addirittura a tre anni. Si maneggiano finti telefonini e mini computer, poi nell'adolescenza si fa a gara a chi ha il cellulare di ultima generazione, quello super accessoriato pubblicizzato in tv fino alla nausea. Ma la smania dell'informatica e della tecnologia non cattura solo i giovani. Attaccati al personal computer, passando le ore a navigare su Internet, ci sono anche tanti adulti. Per non parlare di quei trentenni che passano la notte davanti a uno schermo a sfidare "amici" che si trovano dall'altra parte del mondo, in realtà virtuali. Internet, cellulare e videogiochi: ecco le nuove droghe che ossessionano gli italiani [...] Il fattore che accomuna questo tipo di dipendenze - spiega lo psicologo Manuele Matera - è un elevato stato di ansia di cui soffre il soggetto. L'attenzione focalizzata sull'oggetto e sul pensiero dei videogiochi o di Internet, riesce a controllare l'ansia. Ma gli studi sulle terapie di cura sono ancora al vaglio degli psicologi. Molte dipendenze di questo tipo nascono da problemi relativi all'affettività: qualcosa nel rapporto con la propria cerchia di affetti è andato storto. E all'improvviso senza il videogioco, senza il cellulare, non si può più stare". Come in molte altre dipendenze, l'alcol o la droga ad esempio, la vittima non si accorge di avere un problema, "sono i familiari che si rivolgono ai servizi sanitari per trovare una via d'uscita, chi vive il problema non ne è consapevole>>