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Melodramma lagnoso

alve dottore, sono una ragazza di 24 anni e le scrivo perchè ultimamente ho l'umore piuttosto altalenante e mi sento spesso molto triste e sola.
Per il carattere che ho non riesco a parlarne con nessuno, sono troppo orgogliosa su certe cose (anche se non sembra) e non riesco proprio ad aprirmi...
Il mio problema è che non ho stima di me. Mi sento vuota, moscia, insignificante, con niente da condividere con gli altri. Poi mi sento spesso intrappolata in me stessa, come se qualcosa mi impedisse di essere ciò che sono e di vivere tranquillamente, essere naturale senza troppi pensieri e paranoie per la testa. Oltre a questo problema (che comunque sopporto abbastanza bene) c'è il fatto che mi sembra stia andando un po' tutto a rotoli nella mia vita... ho sempre meno amici, i pochi che avevo si allontanano o forse si annoiano a stare con me. Il 'rapporto' con mio padre sta peggiorando (o forse cessando di esistere) per l'ennesima volta, il lavoro va male, mi sento umiliata perche dopo anni di servizio mi sembra che chiunque (entrato dopo di me) mi passi avanti e ottenga più meriti e gratificazioni. Mi sembra di fallire, di non riuscire a legare con le persone che mi circondano. Un giorno si e uno no sto male perche mi sento profondamente sola,  nessuno lo sa... ma mi viene spesso da piangere e vorrei sparire o scappare via per sempre anche se so che scappare non servirebbe a niente. Le mie sono cavolate rispetto ad altri problemi e vorrei essere forte, vorrei poter essere sempre frizzante e sprizzare gioia da tutti i pori, ma nn riesco, e ultimamente mi sento quasi sempre molto sola e triste... senza stimoli... cosa devo fare per superare tutti questi pensieri???? e stare bene comunque anche da sola??
In questo momento sono un po' melodrammatica... mi scusi!

 

Risponde il dott. Manuele Matera

Salve,
non le nascondo che mi ha colpito molto il titolo che ha deciso di dare alla sua domanda, "melodramma lagnoso".
Nella sua mail sono espresse così tante e importanti sofferenze che leggendola mi sembra di entrare con rispetto in una casa dove ogni stanza ha qualcosa di pericolante nella struttura. Dietro una porta si trova l'umore altalenante, dietro un'altra c'è la tristezza, sotto il tappeto la solitudine, vicino alla finestra la bassa autostima, sul tavolo il sentimento di vuoto, nel corridoio un quadro mostra il sentirsi intrappolati. Si salgono le scale, si volta l'angolo e troviamo su di una colonna i troppi pensieri e le paranoie. In soffitta il lavoro va male.
Cercando di entrare in punta di piedi in questo suo mondo è difficile non empatizzare con tutte queste sofferenze, e non cercare anche di accettare il suo pensare che tutto vada a rotoli e il suo desiderio di sparire o scappare.
Se dopo aver acquistato una casa scopriamo tante crepe nelle pareti abbiamo fondamentalmente due possibilità: cercare di nasconderle oppure cercare di capire da cosa derivino. Rispondere alla sua domanda "cosa devo fare per superare questi pensieri", iniziare a cercare di sistemare uno di questi aspetti di sofferenza da lei descritti piuttosto che un altro equivarrebbe a darle una mano a stuccare una di queste crepe, purtroppo ben consapevole che ne rimarrano sempre troppe che lei dovrà riparare da sola. Penso invece alla seconda possibilità, al poter andare a risanare le fondamenta sulle quali questa casa poggiava in maniera pericolante, e vedere così poi quasi per miracolo tutto il resto andare a posto. E' in questa casa che potrà vivere finalmente con piacere, da sola o in compagnia, come preferirà.
Naturalmente non so dove siano le sue fondamenta pericolanti che hanno causato tutto o almeno gran parte di ciò che descrive, ma credo veramente che possa individuarle e forse anche sanarle, certo difficlmente senza un po' di fatica, ma penso altresì che alla fine potrà scoprire che ne è valsa la pena.
C'è solo una finestrella nella sua mail dalla quale forse si intravede qualcosa di queste fondamenta, "il rapporto con mio padre sta peggiorando (o forse cessando di esistere) per l'ennesima volta", non so se questo sia almeno un tassello di queste sue fondamenta, gliela lascio come riflessione con la speranza di poter contribuire almeno in infinitesimalmente piccola parte a quello che mi auguro possa essere l'inizio di un suo percorso che la possa condurre veramente a trovare ciò che desidera e che mi immagino si meriti pure.

La saluto cordialmente,

Manuele Matera

Contatti

Dott. Manuele Matera
Psicologo Psicoterapeuta
Tel. 347 7594948
manuele.matera@gmail.com


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Psicologa Psicoterapeuta
Tel. 329 7237166
chiara.giustini@gmail.com

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Troppo legato al passato

Buonasera, ultimamente mi accorgo sempre più spesso di essere troppo legato al mio passato. Ho 34 anni, una compagna con la quale convivo ed abbiamo 2 splendide bambine. Vivo ormai ogni giorno ricordando il passato, posti visitati, episodi di vita, persone (piacevoli e spiacevoli), canzoni, ricordi. Mi sono sempre ritenuto un nostalgico, ma negli ultimi mesi noto che certi miei pensieri legati al passato aumentano costantemente. Sia chiaro che non vivo la cosa con disagio, anzi, spesso sono felice ricordando tutte queste cose. Mi capita però anche di ricordare certi momenti pensando che non li rivivrò più, o pensare a persone importanti che, per un motivo o un altro, oggi non vedo più. E quando mi assalgono questi pensieri, un velo di tristezza mi accompagna e mi accorgo che dentro di me resta indelebile. Mi chiedevo se la mia possa essere ritenuta una condizione particolare o un semplice passaggio che ad un certo punto della propria esistenza va attraversato.
La ringrazio per il tempo che mi dedicherà.

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