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L'approccio comparato

Fonte: Scuola di Psicoterapia Comparata

 

L'approccio comparato nasce a Firenze nel 1981 su iniziativa di un gruppo di professionisti guidati da Patrizia Adami Rook, Rolando Ciofi e Marco Giannini, il cui lavoro nel 1989 porterà alla fondazione della Scuola di Psicoterapia Comparata che da allora si occupa di formazione superiore in Psicologia, con particolare riferimento alla formazione specialistica in Psicoterapia. Pur facendo parte dell'approccio teorico volto all'integrazione e meglio conosciuto come Psicoterapia Integrata, occorre precisare che l'approccio comparato pone maggiormente l'accento sul confronto fra un modello e un altro più che sulla loro integrazione al fine di valorizzare i contributi specifici. La comparazione nasce come metodologia di ricerca tesa a superare i confini di un'unica scuola e di un'unica prospettiva, caratterizzandosi per un'apertura verso teorie e tecniche diverse, in particolare verso quelle psicodinamiche e quelle cognitivo-comportamentali. La psicoterapia comparata rappresenta quindi un aspetto dell'integrazione psicoterapeutica che si è venuta concretizzando alla fine degli anni '70, caratterizzata dal desiderio di guardare oltre i confini delle singole correnti di pensiero.

Grande rilevanza nell'approccio comparato ha il tailoring (Norcross, 2002) ovvero la possibilità di ritagliare l'intervento psicoterapeutico sulle peculiarità del soggetto in termini di gravità del caso, capacità di insight, risorse culturali, relazionali e di contesto. Essenziale a tale intervento è un'accurata diagnosi che può essere sia implicita sia esplicita, nonché una particolare attenzione posta all'analisi della domanda (Adami Rook, 1995). Centrale nel processo terapeutico è la relazione che si instaura tra paziente e terapeuta nei termini di transfert e controtransfert. Il processo terapeutico non termina al raggiungimento dell'insight ma prosegue anche con una fase di “accompagnamento” (Wachtel, 2000), fase più attiva dove sono utilizzate, oltre all'interpretazione, all'empatia e all'esperienza emotiva-correttiva (Alexander, 1946), modalità terapeutiche più operative come prescrizioni comportamentali, role-playing, compiti graduati.

La Psicoterapia Comparata in linea con i recenti sviluppi teorici dell'integrazione in psicoterapia (Norcross & Goldfried, 2005) riconosce in ogni caso quattro momenti fondamentali per lo sviluppo di un confronto fra i diversi modelli: Fattori Comuni, Eclettismo Tecnico, Integrazione Teorica e Assimilazione per l'Integrazione. Tali indirizzi sono intercorrelati e sono orientati alla costruzione di un modello aperto in base all'assunto che i sistemi cognitivi, affettivi e comportamentali siano tra loro interagenti e che un cambiamento in uno di questi sistemi possa avere effetti e ripercussioni sugli altri (Adami Rook, 1996).

Lo Psicoterapeuta pertanto rivolge la propria attenzione alle quattro modalità principali per l'integrazione in psicoterapia evidenziate dalla ricerca teorico-empirica degli ultimi trent'anni come, ad esempio nei contributi proposti da: Hill (2004) una combinazione fra integrazione teorica e eclettismo tecnico; Good e Beitman (2006) un approccio integrato teso ad utilizzare gli elementi principali delle teorie maggiormente efficaci e tecniche specifiche ritagliate sul cliente (integrazione di fattori comuni e eclettismo tecnico); Brooks-Harris (2007) un modello che combina elementi di eclettismo tecnico e integrazione teorica (Multitheoretical Psychotherapy); Ingram (2007) un sistema integrato basato su 28 passi fondamentali per costruire un intervento psicoterapeutico.

Nello specifico le quattro modalità che permettono la comparazione e l'integrazione in psicoterapia sono in una breve sintesi le seguenti:

Fattori Comuni
Determinare ciò che le psicoterapie hanno in comune (cfr. ad es. il terapeuta, il cliente, la relazione, il placebo e la tecnica) con l'intento di utilizzare le tecniche che si sono dimostrate maggiormente efficaci (cfr. Frank & Frank, 1991; Wampold , 2001; Miller, Duncan & Hubble, 2005). La ricerca dei fattori comuni permette di considerare la varie psicoterapie in una prospettiva nuova in modo da permettere l'elaborazione della miglior soluzione di un problema.

Eclettismo Tecnico
Migliorare l'abilità nel selezionare il miglior trattamento possibile per lo specifico paziente sulla base dei dati disponibili in letteratura. Si tratta di incoraggiare l'uso di strategie differenti superando i limiti imposti dai modelli in cui sono nate. La maggiore difficoltà consiste nella difficoltà di combinare queste strategie di intervento (cfr. Lazarus, 2005; Beutler, Consoli, & Lane, 2005). L'Eclettismo Tecnico è in ogni caso un approccio presente nella pratica di molti psicoterapeuti dei diversi orientamenti.

Integrazione Teorica
Due o più modelli vengono integrati dal punto di vista teorico con l'obiettivo di ottenere un modello qualitativamente superiore (cfr. Wachtel, Kruk, & McKinney, 2005; Prochaska & DiClemente, 2005). L'interesse è indirizzato verso uno studio sistematico dei principi fondamentali dei diversi modelli al fine di ottenere un modello che li riassuma in totalità strutturate.

Assimilazione per l'integrazione
Un modello viene utilizzato come orientamento di base e nel corso del lavoro con i pazienti vengono progressivamente introdotte strategie provenienti da altri modelli. I modelli maggiormente utilizzati come base fondamentale sono quelli psicodinamico e cognitivo-comportamentale (Stricker & Gold, 2005; Castonguay, Newman, Borkovec, Holtforth, & Maramba, 2005).

 

Riferimenti bibliografici

Adami Rook, P. (1996). Modello medico, modello psicoterapeutico, in Simposio, Rivista di Psicologi e Psicoterapeuti, n. 5, Primavera 1996, Firenze, ABC

Adami Rook, P. (1995) Quasi prete quasi medico. in Simposio, Rivista di Psicologi e Psicoterapeuti, n. 3, Primavera 1995, Firenze, ABC

Alexander F. (1946). La esperienza emozionale correttiva, In: Problemi di psicoterapia, a cura di Paolo Migone, www.psychomedia.it

Beutler, L. E., Consoli, A. J. & Lane, G. (2005). Systematic treatment selection and prescriptive psychotherapy: An integrative eclectic approach. In J. C. Norcross & M. R. Goldfried (Eds.), Handbook of Psychotherapy Integration (2nd ed., pp. 121-143). New York: Oxford.

Brooks-Harris, J. E. (2007). Integrative Multitheoretical Psychotherapy. Boston: Houghton-Mifflin.

Castonguay, L. G., Newman, M. G., Borkovec, T. D., Holtforth, M. G. & Maramba, G. G. (2005). Cognitive-behavioral assimilative integration. In J. C. Norcross & M. R. Goldfried (Eds.), Handbook of psychotherapy integration (2nd ed., pp. 241-260). New York: Oxford.

Frank, J. D. & Frank, J. B. (1991). Persuasion and healing: A comparative study of psychotherapy (3rd ed.). Baltimore, MD: Johns Hopkins University.

Good, G. E. & Beitman, B. D. (2006). Counseling and psychotherapy essentials: Integrating theories, skills, and practices. New York: W. W. Norton.

Hill, C. E. (2004). Helping skills: Facilitating exploration, insight, and action (2nd ed.). Washington, DC: American Psychological Association.

Ingram, L. B. (2007). Clinical Case Formulations: Matching the Integrative Treatment Plan to the Client. New Jersey: Wiley & Sons

Lazarus, A. A. (2005). Multimodal therapy. In J. C. Norcross & M. R. Goldfried (Eds.), Handbook of psychotherapy integration (2nd ed., pp. 105-120). New York: Oxford.

Miller, S. D., Duncan, B. L., & Hubble, M. A. (2005). Outcome-informed clinical work. In J. C. Norcross, & M. R. Goldfried (Eds.), Handbook of psychotherapy integration (2nd ed., pp. 84-102). New York: Oxford.

Norcross, J.C. (2002). Psychotherapy Relationships that Work. New York: Oxford

Norcross, J. C., & Goldfried, M. R. (Eds.). (2005). Handbook of psychotherapy integration (2nd ed.). New York: Oxford.

Prochaska, J. O., & DiClemente, C. C. (2005). The transtheoretical approach. In J. C. Norcross & M. R. Goldfried (Eds.), Handbook of psychotherapy integration (2nd ed., pp. 147-171). New York: Oxford.

Stricker, G. & Gold, J. (2005). Assimilative psychodynamic psychotherapy. In J. C. Norcross & M. R. Goldfried (Eds.), Handbook of psychotherapy integration (2nd ed., pp. 221-240). New York: Oxford.

Wachtel Paul L. (2000). La comunicazione terapeutica. Torino: Bollati Boringhieri

Wachtel, P. L., Kruk, J. C., & McKinney, M. K. (2005). Cyclical psychodynamics and integrative relational psychotherapy. In J. C. Norcross & M. R. Goldfried (Eds.), Handbook of psychotherapy integration (2nd ed., pp. 172-195). New York: Oxford.

Wampold, B. E. (2001). The great psychotherapy debate: Models, methods, and findings. Mahwah, NJ: Lawrence Erlbaum

Contatti

Dott. Manuele Matera
Psicologo Psicoterapeuta
Tel. 347 7594948
manuele.matera@gmail.com


Dott.ssa Chiara Giustini
Psicologa Psicoterapeuta
Tel. 329 7237166
chiara.giustini@gmail.com

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Soffro di attacchi di panico

Buongiorno,
è da 1 anno purtroppo che soffro di attacchi di panico. Tutto è cominciato con uno svenimento in metropolitana e dall'ora non ho avuto più il coraggio di prendere autobus e metro. Qualche mese dopo questo attacco di panico ho deciso di rivolgermi ad una psicoterapeuta e dopo 6 mesi la mia situazione non appare migliorata, anzi... in realtà credo che questo sia dovuto al fatto che quando ho fatto psicoterapia mi trovavo ancora nella condizione in cui non riuscivo a fare molto per cambiare le cose. Mi spiego meglio... 7 anni fa mi sono fidanzata con il mio attuale marito da soli 2 mesi e da li sono iniziati i problemi. Mio padre, che è sempre stata una persona nervosa e autoritaria, ha iniziato a dar sfogo a tutta la sua gelosia imponendosi regole, minacciandomi di fare come voleva lui e talvolta alzando le mani. Tutto questo mi ha portata in un situazione di grande stress che s è scatenata con gli attacchi di panico. Durante la psicoterapia, che comunque mi faceva capire che min padre era il problema, mi sono sentita ancora più soffocare perché mi sentivo in trappola, da una parte il voler andare via di casa e dall'altra la paura di poter peggiorare le cose avendo un padre così violento. Quindi pazientemente ho aspettato il giorno del mio matrimonio, circa 2 mesi fa, per poter chiudere ogni rapporto con lui. Speravo di sentirmi meglio, ma sento la sua influenza anche da lontano dato che mia madre e le mie nonne continuano ad insistere di riallacciare i rapporti perché papà è cambiato, cosa che ormai si ripete da anni e sono sicura che non cambierà mai. Con mio marito sto benissimo, lo amo tanto e lui mi è molto vicino in questo periodo. Solo che io non vorrei stare così, non so cosa posso fare per riprendermi e dov è ancora il problema.

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