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La sindrome della lumaca

Salve
vi scrivo per avere un consiglio. Mio figlio, 10 anni, è affetto da quella che ho sempre definito la "sindrome della lumaca". Qualsiasi cosa, in ogni momento della giornata (vestirsi, lavarsi, fare i compiti, uscire da casa...) ha bisogno di un lungo preavviso e di tempi estenuanti. La risposta di mio figlio è sempre "un attimoooo"! Ho provato a svegliarlo prima, ad anticipare i tempi di tutto, ma nessun risultato! A scuola questo non succede. Preparare lo zaino la sera per la mattina sfocia sempre in isterismi da parte mia e pianti da parte sua, per non parlare delle scarpe....sempre sciolte, i vestiti che spesso indossa al contrario o gli occhiali che non riesce mai a trovare.

 

Risponde la dott.ssa Chiara Giustini

Salve, il fatto che a scuola suo figlio non abbia la "sindrome della lumaca" mi fa riflettere. Da quello che scrive ipotizzo un vero e proprio "gioco psicologico". Ci sono i due ruoli la mamma che brontola e il bambino letargico (un goffo pasticcione). Un incastro nella relazione dove per parlarvi, comunicare o farvi vedere si sia instaurato la modalità entro nel mio ruolo. Se seguo questa ipotesi immagino che suo figlio potrebbe sentirsi non accettato e richiami costantemente questo stato emotivo ripetendo comportamenti da lei non approvati per "darle" la rabbia che lui sente. Probabilmente soffrite molto tutti e due.
Ovviamente sono ipotesi e la invito a contattare un collega per approfondire.
La saluto e le faccio i miei migliori auguri.

dott.ssa Chiara Giustini

Contatti

Dott. Manuele Matera
Psicologo Psicoterapeuta
Tel. 347 7594948
manuele.matera@gmail.com


Dott.ssa Chiara Giustini
Psicologa Psicoterapeuta
Tel. 329 7237166
chiara.giustini@gmail.com

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Un rapporto problematico con mia sorella

Salve, scrivo perché ho un rapporto problematico con mia sorella che sta raggiungendo quasi la "follia". Lei è più grande di me (io ho 26anni lei 29) è egocentrica, ogni volta che vede  mio padre dedicarmi qualche attenzione in più si ingelosisce, mi sta sempre dietro e sembra che sfrutti le mie debolezze come il non avere amici o il non avere un ragazzo a suo favore per avvallarsi la ragione.
Sono una ragazza abbastanza introversa, ho eliminato amicizie superficiali, alcuni amori in parte ho contribuito ad allontanarli. Ho delle esperienze sociali negative risalenti ai 13 anni che mi hanno portato a vivere di pancia la vita e a sentirmi male non appena sto in compagnia di persone, specialmente in luoghi affollati. Vivo in famiglia con mio padre che fa finta di niente ed è contrario alla psicoterapia.
Ho affronato due lutti, quello di mia madre a 8 anni e quello di mia nonna un anno fa che mi ha devastato.
Le scrivo perché non riesco ad andare avanti se prima qualora bisticciassi con mia sorella andavo da mia nonna ora mi sento sola e ogni qualvolta conosco nuove persone mi sento troppo vulnerabile per aprirmi, riverso tutto il mio malessere nello stomaco e non vivo la vita bene.
Mi scuso se sono stata prolissa, volevo una sua opinione o un consiglio per affrontare queste problematiche.

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