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Un periodo un po' strano dopo la laurea

ono un ragazzo neolaureato, a maggio ho conseguito la laurea di primo livello in ingegneria e sono indeciso se continuare con la specialistica (mi viene il dubbio che perderò altro tempo)!!!
Da maggio ad ora ho cercato su internet delle offerte di lavoro nel mio campo, ma ho avuto solo due possibilità di colloquio (in una non era richiesta la mia figura, dell'altra, che non mi entusiasma più di tanto, verso fine mese avrò l'esito).
Vengo al dunque! Le scrivo perchè sto passando un periodo un po strano, vedo tutti gli amici che mi stanno attorno lavorare e studiare contemporaneamente e riuscire in entrambe le cose ed essere soddisfatti del loro impegno, mentre io non riesco in nessuna delle due(penso che non sia invidia, ma che mi sento inferiore).
L'altro giorno seduto sulla poltrona feci un elenco dei "sintomi del mio malore" che le riporto:

1. Difficoltà nel prendere decisioni,
2. Insicurezza,
3. Mancanza di fiducia in me stesso,
4. Senso di fallimento e di aver sbagliato tutto.

Inoltre molte volte mi viene anche il dubbio che io non abbia voglia di lavorare (e che anche gli altri lo pensino), ma poi ci penso e mi dico che se non ho offerte non posso lavorare, comunque mi fa star male.
A tutto ciò si affiancano poi altri problemi, voglia di autonomia, problemi economici, insomma ogni cosa si presenta come una negatività...
Potrei continuare all'infinito a parlarle di me, ad esempio potrei dirle che penso che la mia insicurezza sia dovuta al divorzio dei miei genitori avvenuto 10 anni fa, che penso che la perdita di fiducia in me stesso sia dovuta al tempo che ho perso per la laurea triennale, .... e tanto altro, che non porgo in quanto non so se mi risponderà. In ogni caso la ringrazio, anche perchè mi ha tenuto un po impegnato a scrivere. Grazie!


Risponde il dott. Manuele Matera:

Nella nostra società la laurea rappresenta sempre più un "rito di passaggio", un momento che segna una differenza tra un ipotetico "prima" e un ipotetico "dopo". In realtà il passaggio tra la condizione di studente e quella di lavoratore molto spesso richiede più tempo, tempo trascorso nella poco piacevole condizione di disoccupato - forse per la prima volta nella vita -  dove la propria autostima può essere messa a dura prova. Inoltre in tutti i momenti di passaggio della vita la nostra sicurezza può vacillare in quanto ci si appresta a lasciare il mondo conosciuto per il mondo ignoto, che prevediamo migliore ma che comunque potrebbe non rivelarsi tale; pensiamo ad esempio all'adolescenza, al matrimonio, al momento in cui decidiamo di avere dei figli... per tacere di quanto accada ben prima. Sebbene un'email non deve permetterci di sbilanciarsi troppo, posso dire comunque che le sensazioni descritte sembrano molto più intense e importanti di quanto ci si possa aspettare da un momento di passaggio come una laurea, e forse una possibile spiegazione ce la fornisce proprio l'unica persona che sia veramente in grado - e autorizzata - a farlo, ovvero tu quando accenni brevemente al divorzio dei tuo genitori. Il divorzio dei genitori è un altro di quei momenti che segnano un cambiamento, peraltro imprevedibile rispetto a quelli "ordinari" e per niente piacevole. Per un figlio che vive tale evento i rischi quali l'insicurezza o il senso di colpa, a volte anche strettamente interconnessi, possono essere sempre dietro l'angolo e pronti a saltar fuori quando le situazioni mutano, ad esempio proprio dopo aver raggiunto un faticoso obiettivo come una laurea.

Spero di averti potuto dare almeno qualche elemento utile per permetterti di continuare la tua preziosa riflessione,
in bocca al lupo
Manuele Matera

Contatti

Dott. Manuele Matera
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Psicologa Psicoterapeuta
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Troppo legato al passato

Buonasera, ultimamente mi accorgo sempre più spesso di essere troppo legato al mio passato. Ho 34 anni, una compagna con la quale convivo ed abbiamo 2 splendide bambine. Vivo ormai ogni giorno ricordando il passato, posti visitati, episodi di vita, persone (piacevoli e spiacevoli), canzoni, ricordi. Mi sono sempre ritenuto un nostalgico, ma negli ultimi mesi noto che certi miei pensieri legati al passato aumentano costantemente. Sia chiaro che non vivo la cosa con disagio, anzi, spesso sono felice ricordando tutte queste cose. Mi capita però anche di ricordare certi momenti pensando che non li rivivrò più, o pensare a persone importanti che, per un motivo o un altro, oggi non vedo più. E quando mi assalgono questi pensieri, un velo di tristezza mi accompagna e mi accorgo che dentro di me resta indelebile. Mi chiedevo se la mia possa essere ritenuta una condizione particolare o un semplice passaggio che ad un certo punto della propria esistenza va attraversato.
La ringrazio per il tempo che mi dedicherà.

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