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I problemi con una figlia

Cara dottoressa, sono una madre di 45 anni con un figlia quasi di 20 che circa 2 anni fa ha iniziato a dire che la limitavamo (io e il padre) nelle sue scelte (ha sempre fatto tutte le attività ricreative che chiedeva senza continuità). A casa si isolava nella sua camera davanti al PC chattava e pensava alla musica, anche se le chiedevo di fare ordine, mi ignorava. Diceva che l'università l'avrebbe fatta in altra città per fuggire da noi, ma la cosa è sfumata per vari motivi. Nel frattempo ha conosciuto un coetaneo che lavora e abita da solo dopo, 2 mesi ha detto che non poteva fare a meno di lui e che sarebbe andata a conviverci. Siamo riusciti a dissuaderla ma dopo un ennesimo litigio, ci ha detto che non sarebbe più tornata perchè non la capiamo e questo lo sappiamo perchè l'abbiamo chiamata noi al telefono. Se le concediamo un dito prende tutto il braccio, se neghiamo dice che la soffochiamo, si crea un mondo di false verità in cui vive, scoperta nega dando goffe giustificazioni.

 

Risponde la dott.ssa Chiara Giustini:

Cara Signora,

non è facile fare il genitore. A volte si ha la sensazione che quello che proviamo a fare verso i nostri figli lo recepiscano nella maniera sbagliata o che sia inutile.

Sua figlia è in un'età particolare al confine tra il sentirsi una donna realizzata in grado di fare scelte importanti e quella di una bambina affascinata dagli ideali romantici ma ancora bisognosa di protezione e guida. Una possibilità che può mettere in atto è quella di provare a cambiare il modo di comunicare con lei. Provare a mettersi nei panni di sua figlia e cercare di rispettare le scelte che ha fatto, anche se lei non le condivide, sospendendo qualsiasi giudizio da parte sua. Farsi sentire vicini per mantenere un contatto e continuare a rinsaldare la fiducia reciproca.

Nel caso in cui poi fosse necessario lei sarà al fianco di sua figlia nel momento in cui difficoltà, frustrazioni o pericoli arrivassero. Tranne in casi di estrema urgenza e pericolo, attenda che sia sua figlia a venire da lei ad aprirsi o a chiedere aiuto. Un suo intervento preventivo potrebbe non essere ascoltato da sua figlia e classificato come "è la mamma che mi vede ancora bambina, non mi capisce". E' compito del genitore controllare i propri figli ma in questa fascia d'età stia attenta a come lo fa. Se la mette alle strette di fronte alla verità continuerà sempre a negare e a giustificare. Provi a parlare "per sponda" , in maniera generale facendo e non facendo capire che lei sa ma soprattutto le manifesti le sue emozioni. Ad esempio "ho sentito in tv di alcuni ragazzi che vanno di nascosto dai genitori in discoteca mi dispiace per loro che mentono, mi rattrista pensare di mentire soprattutto a chi ami..."

La cosa fondamentale è che a sua figlia gli arrivi il messaggio affettivo che lei ci sarà sempre, qualsiasi cosa faccia in qualsiasi posto sia.

Se le difficoltà permanessero la invito a contattare un collega nella sua zona per una consulenza genitoriale.

Spero di esserle stata utile e le faccio i miei migliori auguri.

Contatti

Dott. Manuele Matera
Psicologo Psicoterapeuta
Tel. 347 7594948
manuele.matera@gmail.com


Dott.ssa Chiara Giustini
Psicologa Psicoterapeuta
Tel. 329 7237166
chiara.giustini@gmail.com

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Parlare di omosessualità ai bambini

Salve,
sono la mamma di un bambino di cinque anni che, come tutti i bambini, fa domande per conoscere il mondo. Cerco di non farmi trovare impreparata ma ci sono alcuni argomenti che mi impensieriscono perché sono delicati non vorrei che a mio figlio arrivasse un messaggio sbagliato. Uno di questi è l'omosessualità: come spiegarla a un bambino? Cosa rispondere ad esempio ad una sua semplice domanda: un maschio si può fidanzare con un altro maschio?
Grazie mille per la risposta

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